La Psiconcologia si pone come disciplina specifica “di collegamento” tra l’area oncologica e quella psicologico-psichiatrica nell’approccio al paziente con tumore, alla sua famiglia e all’équipe che di questi si occupa
Ammalarsi di cancro è un avvenimento traumatico, doloroso e destabilizzante che investe non solo la dimensione fisica, ma colpisce tutte le dimensioni della persona.
La persona ammalata si trova a dover attraversare molti momenti critici, il primo dei quali è rappresentato dalla diagnosi. Incredulità, rabbia, paura, tristezza, senso di colpa, difficoltà a dormire sono solo alcune delle sensazioni presenti in questa fase.
Il corpo, identificato nella malattia viene, spesso, vissuto come separato da sé eppure irrimediabilmente inscindibile. In sintesi, diventa un nemico sconosciuto.
Il paziente si trova, soprattutto nei primi momenti, immerso in uno stato di confusione, di “sospensione” che lo rende incapace di recepire informazioni e di reagire.
Diviene, quindi, necessario e fondamentale curare il paziente oncologico. Curarlo, tuttavia, non significa occuparsi solo del cancro, ma porre attenzione a tutti gli aspetti implicati nella malattia; significa comprendere l’individuo nella sua totalità, creare un binomio perfetto tra mente e corpo, tra anima e spirito.
Ed è per questo motivo che la psiconcologia gioca un ruolo fondamentale nel supporto e nella riabilitazione del paziente e dei suoi familiari.
Ma che cos’è la psiconcologia?
La Psiconcologia si pone come disciplina specifica “di collegamento” tra l’area oncologica e quella psicologico-psichiatrica nell’approccio al paziente con tumore, alla sua famiglia e all’équipe che di questi si occupa.
I suoi obiettivi di ricerca e di applicazione clinica riguardano 4 settori:
– La prevenzione e la diagnosi precoce. In questo settore collochiamo l’analisi delle variabili psicologiche e sociali capaci di condizionare a vari livelli l’esposizione degli individui a fattori di rischio per le neoplasie e l’analisi delle variabili che interferiscono nella prevenzione e nella diagnosi;
– La valutazione della morbilità psicosociale in oncologia e nella sua prevenzione. Si tratta di indagare le prevalenze dei sintomi indicativi di sofferenza psicologica nei pazienti oncologici e nei loro familiari e le eventuali reazioni;
– Gli interventi psiconcologici. Questo settore si interessa di studiare l’efficacia degli interventi psicoterapeutici, psicofarmacologici e riabilitativi e di analizzarne le caratteristiche.
– La formazione. Essa riguarda da un lato degli operatori sanitari, con l’obiettivo di proporre nuovi modelli di relazioni e modalità comunicative più efficaci con i malati e le loro famiglie e dall’altro lato la preparazione specialistica di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti impegnati in questo settore.
Le aree di intervento
Tra le aree di intervento della psiconcologia troviamo, in relazione all’attività clinica, gli interventi rivolti al paziente e ai suo familiari, che possiamo così riassumere:
– valutazioni delle reazioni psicopatologiche;
– colloquio di supporto psicologico, individuali e di gruppo;
– conduzioni di gruppo self help;
– trattamento psicofarmacologico.
La psiconcologia parte dal presupposto che il disagio psicologico del paziente sia connesso ad una condizione di crisi che la malattia porta con sé.
Quando viene diagnosticato un tumore, il malato entra in un vero e proprio stato di “crisi”, un drammatico “cambiamento” caratterizzato da tre momenti principali:
- l’incontro con il problema, in cui il paziente prende consapevolezza del suo stato di malattia e dell’eventualità della propria morte; è in questa fase che cambia il rapporto con se stessi e con gli altri, poiché muta la visione della vita stessa;
- il cambiamento dell’atteggiamento di familiari e parenti, che si mobilitano per cercare di aiutare al meglio il paziente;
- un’alterazione del proprio equilibrio attraverso l’individuazione di soluzioni adattive, conseguenti all’accettazione o meno della malattia.
In questo complesso alternarsi di pensieri, atteggiamenti e volontà del paziente affetto da cancro, il ruolo della psiconcologia è proprio quello di “guidare” il malato e i familiari non soltanto all’“accettazione” e alla “convivenza” con la malattia. Inoltre giova al paziente in quanto ne aumenta la stima di sé, favorisce l’aumento delle sue difese immunitarie e, di conseguenza, incrementa le possibilità di successo della terapia.
La Psiconcologia rappresenta quindi un aiuto per tutti. Non si limita soltanto ad assistere i pazienti malati ma si occupa anche dei loro familiari, degli amici e dei medici che lavorano nei reparti di oncologia. Questi sono luoghi che possono minare la sensibilità degli operatori sanitari in genere, che ricorrono spesso al distacco emotivo per non essere troppo turbati dai casi clinici che prendono in cura.
Ma il legame medico-paziente è di vitale importanza nel percorso terapeutico, risulta quindi necessario che lo specialista non alzi nessuna barriera difensiva nei confronti della malattia e del malato. In questi casi, la psiconcologia è di fondamentale importanza per mantenere una soglia del dolore emotivo accettabile in grado di mantenere un legame forte sia a livello pratico che empatico.
Fonti:
- Gritti P., Di Caprio E.L., Resicato G., L’approccio alla famiglia in psiconcologia, in NÓOς, vol. 2, 2011; pp. 51-72. Link 1: https://www.e-noos.com/archivio/2570/articoli/26580/ Link 2: https://www.researchgate.net/publication/256549436_L’approccio_alla_famiglia_in_psiconcologia
- Gritti P., Di Caprio E.L., Maj M., Psicongologia. Contributo in volume Psicopatologia e clinica psichiatrica (Cassano G.B., Tundo A.), UTET, 2006, pp. 217-221.
- Bovero A., Torta R., Setting in psiconcologia, in S.I.P.I. Adler, Anno XXXXII Gennaio – Giugno 2014, Numero 75, pp. 18-27. Link: http://www.sipi-adler.it/rivista-di-psicologia-individuale/setting-in-psiconcologia/
- Grassi L., Morasso G., Psico-oncologia: lusso o necessità?, in Giornale Italiano di Psico-Oncologia, n°1, Giugno 1999, ed. Il Pensiero Scientifico, Roma
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