I numeri del cancro del 2020: Melanomi in aumento, conseguenze della pandemia ancora sconosciute

AIOM, Fondazione, Numeri del cancro 2020, Fondazione Bartolo Longo,

È stata pubblicata la decima edizione del volume “I numeri del cancro in Italia”, redatto in collaborazione da AIOM e AIRTUM per fotografare l’andamento epidemiologico dei tumori in Italia. Sugli effetti della pandemia: “Difficile prevederne l’impatto a lungo termine sulle problematiche oncologiche”

Negli ultimi giorni del 2020 è stato pubblicata la decima edizione del volume “I numeri del Cancro in Italia”, in riferimento alle proiezioni per l’anno 2020 sull’andamento epidemiologico delle malattie oncologiche in Italia. Si tratta del secondo volume pubblicato anche in formato divulgativo dopo quello del 2019, mentre in precedenza veniva pubblicato in modo unico, in formato tecnico-analitico, per operatori e pazienti. Il lavoro portato avanti in questi primi 10 anni – grazie allo sforzo comune di AIRTUM ed AIOM, cui si sono successivamente aggiunti Fondazione AIOM, PASSI e SIAPEC – cerca di fornire dati epidemiologici a sostegno dei clinici, della popolazione e delle istituzioni per conoscere, organizzare e gestire la problematica oncologica.

Come negli anni precedenti, anche ne “I Numeri del Cancro in Italia 2020” la stima dei tumori attesi deriva da proiezioni fondate sui dati storici della banca dati AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori). Tali proiezioni, benché metodologicamente accurate, sono gravate dai limiti connaturati a tutte le stime di previsione. I numeri presentati, dunque, sono da considerarsi come la più accurata stima epidemiologica consentita dai dati disponibili – registrati, validati ed elaborati secondo procedure analitiche condivise a livello internazionale – e non come dati definitivi.

Il volume dedicato agli operatori sanitari si apre con la prefazione firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza, il quale parla delle difficoltà (e i ritardi) che la pandemia di Covid-19 ha inevitabilmente comportato nell’erogazione dei servizi diagnostici, terapeutici e assistenziali, in quanto gran parte dello sforzo del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è stato profuso nella lotta al coronavirus. “La pandemia Covid-19 – scrive – negli ultimi mesi ha costretto il Servizio Sanitario Nazionale a concentrare tutte le sue energie nel contrasto al virus e nell’assistenza ai malati di Covid-19, provocando inevitabili ritardi nell’erogazione delle cure ai pazienti oncologici. Ma i tumori, come sappiamo, non vanno in quarantena e ora dobbiamo recuperare il tempo perduto”.

Il Ministro conclude la sua prefazione sottolineando l’esigenza di rafforzare i servizi di medicina del territorio: “Abbiamo bisogno di dotare il Paese di una rete di servizi territoriali, interconnessi e multidisciplinari, ponendoci come obiettivo il rafforzamento dell’assistenza domiciliare. La casa deve diventare il primo luogo di cura”.

I dati generali

Per quando riguarda i numeri assoluti, nel volume si stima che per il 2020 verranno registrati circa 1.030 nuovi casi di tumore al giorno (376.611 il numero totale proiettato su tutto l’anno, circa 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne). Come si legge nel documento, si tratta di valori assoluti pressoché invariati da alcuni anni, frutto di andamenti diversi nel tempo delle singole sedi tumorali accompagnati da un invecchiamento della popolazione italiana. Data la vasta eterogeneità delle malattie oncologiche, la lettura del quadro complessivo va accompagnata, dunque, da analisi specifiche patologia per patologia per ottenere un’analisi più esaustiva.

Anche per il 2020 il tumore più frequentemente diagnosticato risulta essere il carcinoma mammario (54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi di tumore) seguito dal carcinoma del colon-retto, polmone, prostata e vescica. Negli uomini il carcinoma della prostata è ancora la neoplasia più frequentemente diagnosticata e nelle donne il carcinoma mammario. In termini di numeri assoluti si nota, rispetto al 2019, un aumento delle nuove diagnosi di melanoma e di carcinoma del pancreas in entrambi i sessi.

Andamento dei tassi di incidenza: aumentano tumori del polmone nelle donne, tumori del pancreas e melanomi; diminuiscono tumori dello stomaco e della prostata

Un dato importante che emerge da questo volume è quello che riguarda, seppur con alcuni elementi di differenziazione, la progressiva riduzione dei tassi di incidenza di molte patologie. In controtendenza, però, risultano di molto aumentati, in entrambi i sessi, i tassi di incidenza per il melanoma (dato questo imputabile ad una maggiore esposizione ai raggi ultravioletti, sia naturali che, particolarmente nei primi anni del millennio, artificiali) e i tumori del pancreas.

Tra le donne, poi, viene confermato l’aumento del tumore del polmone (in questo caso dovuto alla maggior abitudine al fumo delle donne rispetto al passato), mentre un lieve aumento si evidenzia anche nei tumori della mammella, verosimilmente per una maggiore estensione delle indagini diagnostiche e degli screening di popolazione che porta ad individuare più casi (spesso, fortunatamente, precoci) rispetto al passato.

Risultano invece ridotti i tassi di incidenza in entrambi i sessi per i tumori dello stomaco e in generale per i tumori gastroenterici [1] – ad eccezione del tumore del pancreas che risulta in aumento per entrambi i sessi – e per il tumore del fegato, dove la vaccinazione anti epatite B e i trattamenti anti epatite C potrebbero aver giocato un ruolo determinante. Importante è anche la riduzione del tasso di incidenza per il tumore del polmone nei maschi (-6,5% rispetto al 2019), imputabile alle campagne di prevenzione primaria contro il tabagismo.

Qui si registra una differenza tra i sessi, in quanto l’incidenza del tumore al polmone nelle donne è dato in aumento del 2,5%, dato imputabile alla differente abitudine al fumo, in riduzione per gli uomini ma in aumento, come scritto in precedenza, per le donne. Analogamente al tumore del polmone appaiono in riduzione anche i tumori delle vie aeree superiori che condividono lo stesso fattore di rischio. In riduzione sono, inoltre, le neoplasie prostatiche.

Particolarmente rilevante appare il caso del colon-retto, in cui risulta evidente l’effetto dello screening, che è in grado, oltre che di individuare tumori in stadio iniziale, di rimuovere lesioni polipoidi precancerose ed impedire quindi l’insorgenza dei tumori colo-rettali. In termini assoluti, nel 2011, al momento della prima edizione de “I Numeri del cancro in Italia” i casi stimati erano 49.720 con una progressione che portava ad ipotizzare 55.815 casi nel 2020.

In realtà si è osservato un incremento fino a 54.600 casi nel 2013 per poi stabilizzarsi intorno a 52.000 casi all’anno (53.000 nel 2017). Si è poi assistito ad un rapido e progressivo calo che ha portato per il 2020 a stimare 43.700 casi. Questa riduzione rappresenta una diminuzione dell’11 % rispetto al 2019, del 17,5% rispetto al 2017, del 20% rispetto al picco del 2013, e di oltre il 23% rispetto alla previsione stimata nel 2011. Questo importante dato conferma il ruolo della prevenzione primaria dello screening colo-rettale, cui si associa un ulteriore beneficio in prevenzione secondaria che consente una diagnosi in stadio più precoce e, quindi, una maggiore probabilità di sopravvivenza a 5 anni.

La sopravvivenza a 5 anni nel carcinoma del colon è, infatti, aumentata dal 52% degli anni 90 al 65% attuale, anche per effetto del miglioramento dei trattamenti negli stadi più avanzati.

In modo opposto, come accennato in precedenza, si comporta il melanoma, la cui incidenza è aumentata in modo rilevante in questi 10 anni, stimandola al 2020 in 14.863 nuovi casi, un incremento del 20% rispetto al 2019 e del 12% rispetto alla stima fatta nel 2011 per il 2020. Tale incremento è sicuramente da attribuire ad un maggior numero di diagnosi legato alla maggior attenzione alla patologia ed alla disponibilità di migliori strumenti diagnostici. Tuttavia, un peso rilevante nell’incidenza del melanoma lo ha sicuramente avuto l’impiego di lampade abbronzanti a raggi UV, in modo particolare nei primi anni del millennio, in considerazione della latenza tra lo stimolo cancerogeno e l’insorgenza della patologia. Inoltre, i cambiamenti climatici in corso e il conseguente (e continuo) assottigliamento dello strato di ozono nella stratosfera potrebbero aver avuto un ruolo non marginale.

Per contro, però, il riscontro di lesioni in fase più iniziale e il miglioramento delle terapie disponibili ha modificato la sopravvivenza a 5 anni per tale patologia, con un aumento di circa il 15% negli ultimi decenni. Un ulteriore miglioramento è atteso non appena saranno disponibili dati a 5 anni su larga scala dei pazienti trattati con le più moderne terapie target e con immunoterapia, i cui risultati negli studi clinici evidenziano possibili benefici a lungo e lunghissimo termine anche per gli stadi più avanzati.

Dati complessivi: tassi di mortalità, sopravvivenza e frazione di guarigione

I tassi di mortalità per tutti i tumori appaiono in diminuzione in entrambi i sessi (-6% nei maschi, -4% nelle femmine) con riduzioni ancor più significative nel caso dei tumori prostatici (-15% rispetto al 2015). In controtendenza – ma in modo analogo al dato sull’incidenza – il tasso di mortalità per tumore al polmone nelle donne appare in incremento del 5,2% (nei maschi si riduce dell’11,2%) ed evidenzia ancora di più il lavoro che deve essere fatto in termini di prevenzione primaria, di informazione e formazione della popolazione, in modo particolare in merito ai danni causati dal fumo di tabacco.

In merito alla sopravvivenza, il volume indica un positivo incremento in valori assoluti, stimando in oltre 3.600.000 le persone vive dopo la diagnosi di cancro, numero corrispondente al 5,7% della popolazione italiana. Circa due terzi di queste persone sono vive a 5 anni dalla diagnosi, pari a 2.400.000 individui, ovvero il 3,8% della popolazione italiana. Parte di questi soggetti può essere considerata guarita, seppur il limite temporale dalla diagnosi per indicare la guarigione è variabile da tumore a tumore e tra maschi e femmine.

La frazione di guarigione, cioè il numero di pazienti che, pur se portatori di una pregressa diagnosi di cancro, raggiungono la stessa probabilità di sopravvivenza della popolazione non oncologica è del 39% nel sesso maschile e del 52% nel sesso femminile. La differenza tra i due sessi è legata verosimilmente, come evidenziato nel testo, alla diversa incidenza tra i due sessi di neoplasie a prognosi peggiore.

I dati sulla prevenzione: persiste il divario Nord-Sud

Per quanto attiene la prevenzione, e in particolare agli screening, si conferma la differenza tra il Centro-Nord e il Sud Italia in termini di attivazione dei percorsi diagnostici. I numeri degli screening non sono proiezioni, ma dati registrati che fanno riferimento al 2018 e provengono da un’indagine effettuata annualmente dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) per conto del Ministero della Salute.

I numeri assoluti riguardanti l’intera Penisola, considerando i 3 programmi di screening e tutte le fasce di età, raccontano di più di 14,3 milioni di inviti (14.393.496, + 350.000 rispetto al 2017) e più di 6,3 milioni di test (6. 336.579, + 50.000 rispetto al 2017). Questo comporta che, nel 2018, fra l’80% e il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico e per quello cervicale – e oltre il 75% per lo screening colorettale – è stata regolarmente invitata.

Estensione effettiva dello screening cervicale per area geografica (% di donne di età 25-64 che ricevono la lettera di invito rispetto alla popolazione target nel 2018) e partecipazione (% di donne che si sottopongono al test in seguito alla lettera di invito). Tabella a pag. 83 del volume (fonte survey ONS).

Il Covid e le incertezze sul futuro

L’ultimo capitolo de “I Numeri del Cancro in Italia 2020” analizza la difficoltà attuale di dare risposte sul ruolo che la Pandemia di Covid-19 (malattia infettiva da coronavirus Sars-CoV-2) potrebbe avere sulle problematiche oncologiche. In quanto proiezioni, i dati presentati in questo volume non sono influenzati dalla pandemia, ma i riscontri futuri legati a questo evento sono ancora tutti da definire.

Malgrado l’immane mole di pubblicazioni di questo periodo su tale argomento, ancora non si hanno risposte sul reale rischio nei pazienti oncologici, né sul reale danno che gli stessi possano aver avuto, né, ancora, su quale sarà l’impatto dei ritardi e delle sospensioni di accertamenti e trattamenti sull’esito finale. Tali dati, che verosimilmente saranno disponibili nel corso dei prossimi mesi o, in alcuni casi (come la sopravvivenza), nei prossimi anni. La possibilità che la pandemia possa avere un impatto epidemiologico sussiste ed è un’ipotesi verosimile, ma al momento è impossibile stimare un concreto dato di correlazione.

[1] Dato in progressiva riduzione da diversi anni, anche in questo caso escludendo i tumori del pancreas

FONTE:

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