Numerosi studi scientifici effettuati sui resti ritrovati testimoniano la presenza di tumori anche nei dinosauri e in altre specie animali e vegetali del Mesozoico. La specie più colpita sembra essere l’Edmontosaurus, appartenente al gruppo degli adrosauri
A causa di una fuorviante definizione attribuita alla malattia neoplastica (“la malattia del secolo”) si è spesso portati a pensare che il cancro sia una patologia emersa di recente o, comunque, di recente scoperta. L’essere umano ha a che fare con i tumori da sempre, come evidenziato dal fatto che la prima testimonianza della malattia è risalente all’Antico Egitto. Non tutti sanno, però, che anche coloro che ci hanno preceduto come abitanti della Terra, i maestosi dinosauri, potevano ammalarsi di tumore.
Gli studi sui tumori dei dinosauri non sono recenti. Le prime ricerche paleopatologiche sui fossili risalgono, infatti, addirittura al 1774, quando Eugen Johann Christoph Esper osservò un caso di tumore maligno localizzato nel femore di un orso delle caverne vissuto durante il Quaternario inferiore. La paleopatologia come disciplina autonoma si sviluppò, in seguito, tra la fine dell’Ottocento e l’Inizio del Novecento quando grande impulso fu dato dal crescente accesso al vasto materiale biologico preistorico e antico proveniente dagli scavi archeologici egizi. Ciò rappresentò l’occasione che permise a vari antropologi di mettere a punto una metodologia medica atta al rilievo degli stati patologici sui resti umani antichi. Tuttavia, questo diede l’impulso anche agli studi sui resti delle altre specie vissute in passato, tra cui proprio i dinosauri.
Tra i ricercatori più attivi in questo campo fu R.L. Moodie che dedicò gran parte della sua carriera accademica alla ricerca sull’origine delle malattie e sulla loro – ad un certo punto – avvenuta sopraffazione dell’immunità naturale che aveva precedentemente protetto le prime forme di vita. Attraverso studi approfonditi su una grande quantità di fossili, riscontrò molte lesioni riconducibili a malattie di vario genere. Tra queste, la più interessante riguarda una deformazione delle vertebre caudali di un Apatosaurus [1] causata dalla crescita di una massa tumorale, la quale – data la sua estrema vascolarizzazione – è probabilmente riconducibile ad un emangioma [2].


Più recenti, invece, sono gli studi di B. M. Rothschild della Northeast Ohio Medical University che a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, insieme alla sua unità di ricerca, ha girato per il Nord America con una macchina per raggi X portatile, effettuando scansioni su oltre 10.000 vertebre di dinosauro appartenenti a 700 esemplari di vari musei. Le analisi sono state effettuate tramite tomografia computerizzata e fluoroscopio e i risultati sono stati, poi, pubblicati nella rivista Naturwissenschaften. I ricercatori hanno scoperto 29 tumori nelle ossa di 97 esemplari, tutti, però, appartenenti al gruppo degli adrosauri (la maggior parte della specie Edmontosaurus [3]), erbivori del Cretaceo con il becco d’anatra (caratteristica da cui deriva il nome del gruppo).
I tumori rilevati sono di vario genere (emangiomi, fibromi desmoplastici, osteoblastomi) e, dato che sono stati riscontrati quasi esclusivamente nell’Edmontosaurus, secondo i ricercatori possono anche essere stati causati da fattori ambientali o di propensione genetica.

Nel 2016, invece, è stato scoperto il primo tumore facciale in un dinosauro, un ameloblastoma [4] rilevato nella mascella di un Telmatosaurus transsylvanicus, anch’esso appartenente al gruppo degli adrosauri. Questa ulteriore scoperta – pubblicata su Nature – induce la comunità scientifica a pensare che questo particolare gruppo di dinosauri fosse molto più incline a contrarre tumori rispetto alle altre specie mesozoiche. “Il motivo della loro predisposizione non è noto – spiega Mihai Dumbrava, primo autore dello studio –, ma la nostra scoperta aiuta ad aggiungere a quel crescente numero di prove una condizione patologica molto rara. Se dovessi presentare un’idea, per ora approssimativa, sarebbe che questa predisposizione abbia qualcosa a che fare con il loro modo altamente specializzato di masticare. Forse il loro adattamento alla trasformazione alimentare li ha resi particolarmente vulnerabili in un mondo dominato da Gymnospermae, un gruppo di piante vascolari note per la loro capacità di concentrare metalli pesanti, minerali radioattivi inclusi”.


La causa alimentare sembra essere la più plausibile, in quanto era stata identificata anche da Rothschild – il quale ha collaborato anche alla ricerca di Dumbrava – 13 anni prima, il quale, a proposito dei fattori ambientali summenzionati, notava che gli adrosauri si cibavano di conifere, ricche di sostanze chimiche carcinogene. Inoltre, la struttura delle loro ossa indica inoltre che fossero animali a sangue caldo, il che potrebbe aver aumentato il rischio neoplastico.

[1] Apatosaurus (il cui nome significa “lucertola ingannevole”) è un genere estinto di dinosauro sauropode vissuto nel Giurassico superiore, circa 152-151 milioni di anni fa in quella che oggi è la Formazione Morrison, negli stati di Oklahoma e Utah, Stati Uniti.
[2] L’emangioma è un tumore costituito da proliferazione dell’endotelio dei vasi sanguigni. Può interessare tutto il corpo. Nell’uso comune è detto anche angioma, data la sua più alta frequenza rispetto ad altre forme, come il linfangioma.
[3] Edmontosaurus (il cui nome significa “lucertola di Edmonton”) è un genere estinto di dinosauro hadrosauride edmontosaurino vissuto nel Cretaceo superiore, circa 75-65 milioni di anni fa, in Nord America. Il genere contiene due specie vissute in periodi diversi: E. regalis vissuto 75 milioni di anni fa in Nord America occidentale e E. annectens vissuto 65 milioni di anni fa nella stessa area geografica. L’Edmontosaurus è stato uno degli ultimi dinosauri a evolversi prima della grande estinzione di massa, vivendo al fianco di dinosauri famosi come Triceratops e Tyrannosaurus. [4] L’ameloblastoma è una neoplasia benigna delle ossa mascellari. Prende origine dagli ameloblasti, cellule deputate alla produzione dello smalto dentale.
FONTI:
- Hermann Hacker (1998). Die Typen der von E. J. Ch. Esper (1742-1810) in seinem “Die Schmetterlinge in Abbildungen nach der Natur” beschriebenen Noctuoidea (Lepidoptera), Esperiana. Buchreihe zur Entomologie, 6 (1) : [24 p.]. Link: http://esperiana.eu/mediapool/86/862516/data/Esper_Typen_2.pdf
- Moodie RL (1917) Studies in paleopathology. I. General consideration of the evidences of pathological conditions found among fossil animals. Ann Med Hist 1:374–393. Link: https://www.jstor.org/stable/pdf/6952.pdf
- B.M. Rothschild, Tanke, D. H., Helbling II, M. e Martin, L.D., Epidemiologic study of tumors in dinosaurs, in Naturwissenschaften, vol. 90, n. 11, 2003, pp. 495–500. Link: https://link.springer.com/article/10.1007/s00114-003-0473-9
- Dumbravă, M.D., Rothschild, et al., 2016. A dinosaurian facial deformity and the first occurrence of ameloblastoma in the fossil record, in Nature. Scientific reports, 6. Link: https://www.nature.com/articles/srep29271
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