L’obesità in età giovanile e l’aumento del rischio di cancro

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Numerosi studi riportati da una consolidata letteratura medico-scientifica attestano che, allorquando sovrappeso e obesità si manifestano in giovanissima età, il rischio di sviluppare un tumore in età adulta e giovane adulta è maggiormente elevato con considerevole incremento del tasso di mortalità

Nell’ultimo decennio, il ruolo dell’obesità e del sovrappeso in età infantile e adolescenziale quale fattore predisponente all’insorgenza dei tumori (oltre che di svariate altre malattie del sistema metabolico, cardio-vascolare, respiratorio e articolare) anche prima dell’età adulta si è palesato come una delle più preoccupanti emergenze sanitarie nei Paesi economicamente evoluti.

Negli Stati Uniti, l’obesità infantile e adolescenziale rappresenta ormai un vero e proprio problema nazionale. In base ai dati del National Health and Nutrition Examination Survey, un ragazzo americano su 6 risulta essere in grave sovrappeso.

Anche in Italia si registra analoga emergenza. Secondo i dati raccolti da European Childhood Obesity Surveillance Initiative (promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), nel nostro Paese – tra i più colpiti in Europa per tasso di obesità infantile – risultano in condizione di conclamata obesità il 21% dei bambini e il 14% delle bambine, mentre sono già in sovrappeso il 42% dei bambini e il 38% delle bambine.

Numerosi studi – documentati da una consolidata letteratura medico-scientifica – attestano che, allorquando sovrappeso e obesità si manifestano in giovanissima età, il rischio di sviluppare diverse tipologie di tumore è particolarmente elevato.

Tra le molteplici indagini scientifiche mirate alla comprensione del legame intercorrente fra obesità, diabete e insorgenza dei tumori, un importante studio – condotto su un campione molto ampio di adolescenti e pubblicato sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology – ha analizzato l’associazione fra l’indice di massa corporea (il cosiddetto “Body Mass Index”, equivalente al rapporto tra il peso corporeo e il quadrato dell’altezza) di oltre due milioni di giovani diciassettenni e la valutazione del rischio di sviluppare un tumore con la relativa mortalità.

Relativamente agli individui di sesso maschile è stato riscontrato l’aumento dei tumori in corrispondenza dell’incremento del BMI; inoltre, è emerso che l’essere stati in condizione di obesità nel corso dell’adolescenza aumenta del 25% il rischio di sviluppare un tumore in età adulta e giovane adulta (ossia, a partire dai trent’anni di età), con considerevole crescita del tasso di mortalità.

Medesima correlazione tra obesità e insorgenza dei tumori è stata rilevata per le ragazze, ad eccezione dei tumori al seno e alla cervice uterina. Infatti, per questi due tumori – in base ai risultati dello studio citato – è emerso che le adolescenti in condizione di obesità erano soggette ad un minor rischio di svilupparli in età adulta.

Un’altra ampia indagine condotta negli Stati Uniti – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Pubblic Health – ha comprovato il forte incremento fra le nuove generazioni di molte tipologie di tumore legate all’obesità. Dal monitoraggio dei dati sull’incidenza di 30 forme di cancro diagnosticate tra il 1995 e il 2014 a individui di età compresa tra i 25 e gli 84 anni, è emerso che patologie che in passato colpivano maggiormente le persone appartenenti alla terza età sono attualmente sempre più riscontrate nei soggetti di età inferiore ai 50 anni e, specialmente, nei più giovani.

In particolare, delle 30 tipologie di tumore esaminate in questo secondo studio, quelle associate all’obesità – secondo i parametri elaborati dalla International Agency for Research on Cancer (Agenzia intergovernativa fondata nel 1965 in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità che conduce e coordina la ricerca sulle cause del cancro e sui meccanismi della carcinogenesi) – sono dodici: colon-retto, esofago, stomaco, fegato, cistifellea, pancreas, rene, tiroide, seno, endometrio, ovaie e mieloma multiplo.

Il team di ricercatori ha scoperto che il rischio di sviluppare una forma particolarmente aggressiva di cancro – che impiega minor tempo a invadere l’organismo, offrendo assai minori possibilità di sopravvivenza – è maggiore nei giovani adulti rispetto alle generazioni più anziane, almeno per la metà delle tipologie tumorali legate ad una condizione di obesità.

Ma il dato più allarmante riguarda proprio i “millennials”, per i quali il rischio di sviluppare il tumore del colon-retto, del pancreas, dell’endometrio e della cistifellea risulterebbe oggi due volte maggiore rispetto a quello che – in pari età – avevano gli individui nati tra il 1945 e il 1964.

In considerazione del notevole incremento della percentuale di giovani in condizione di sovrappeso o di obesità e della loro maggiore esposizione alle patologie tumorali – emergenza diffusa anche nella popolazione europea (dove altre indagini hanno riscontrato l’analogo maggior rischio dei giovani di sviluppare il cancro del colon-retto) – è doveroso prestare attenzione all’incidenza di queste malattie sulla prospettiva di vita e sulla spesa sanitaria e, nel contempo, mettere in atto adeguate strategie di prevenzione (orientate su ogni individuo, sulla comunità, sulla scuola, sui canali di informazione, sui sistemi di assistenza sanitaria), di controllo e di screening, unitamente ad efficaci politiche alimentari incentivanti il “vivere e mangiare sano”; tutto questo, ai fini del contenimento (a partire dalla più tenera età) dell’obesità e delle malattie ad essa associate.

Per sottrarsi al suddetto rischio, l’unica vera strategia sembra essere rappresentata proprio dalla prevenzione dell’obesità, soprattutto in fase primaria; ciò in quanto le modifiche genetiche ed epigenetiche da essa indotte sono difficili da eliminare.

È opportuno chiarire che – pur dimagrendo – il maggior rischio di ammalarsi di cancro può ridursi, ma non scompare completamente: perdere i chilogrammi in eccesso giova sicuramente alla prognosi, ma gli individui usciti dalla condizione di obesità seguitano per l’intera esistenza ad essere comunque più esposti a un tumore.

Dunque, in mancanza di una tempestiva opera di prevenzione – anche alla luce delle proiezioni future particolarmente allarmanti a livello mondiale in termini di incremento dell’obesità giovanile (e del diabete) e dei crescenti costi del cancro (e delle malattie metaboliche) – risulterebbero in gran parte vanificati molti dei successi conseguiti nella lotta contro i tumori.

Avv. Michele Ametrano

FONTI:


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